Storia del Comune

Le origini
Le origini di Scillato sono legate all'abbondanza d'acqua, che venne sfruttata per la realizzazione di numerosi mulini, intorno ai quali si andò sviluppando il centro abitato. Un mulino viene già citato in un documento del 1156 e il nome della località (Xillatum) compare in documenti della fine del XII secolo.

Alcuni storici locali, tuttavia, hanno ipotizzato un'origine assai più antica, rifacendosi addirittura ad una colonia di greci ateniesi, giunti in Sicilia all'indomani della distruzione di Troia e insediatisi fra queste colline.
Scillato, sempre borgo di campagna, non ha vissuto grandi esperienze nel corso della sua storia, passando dall'una all'altra signoria e seguendo le vicende della Sicilia.
Frazione di Collesano fino al 1961, ha acquisito l'autonomia con Legge regionale n. 8, in vigore dall'11 aprile.




Tradizioni e folclore
  • Festa di San Giuseppe, il 19 marzo, con processione e degustazione di prodotti tipici.
  • Sagra delle arance, nel mese di aprile.
  • Festa della patrona Maria Santissima della Catena, il 20 agosto.
Prodotti tipici

Per la sua posizione, il territorio di Scillato è particolarmente indicato per la coltivazione di oliveti e frutteti.

Fra gli alberi da frutta di rilevanza sono l'albicocco di Scillato e l'arancia biondo di Scillato che rientrano nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) stilato dal ministero delle politiche agricole e forestali (Mipaaf).[4] Rientra nelle PAT siciliane anche la provola delle Madonie prodotta, fra gli altri comuni, anche a Scillato. Fra i piatti della cucina locale, ricordiamo: il riso con i fagioli, le tagliatelle 
con lenticchie, la pasta con i finocchietti selvatici; la "ghiotta", una pietanza a base di verdure in agrodolce; il baccalà fritto; i carciofi e i cardi fritti con la pastella.
Per quanto riguarda i dolci, sono da assaggiare il riso con il latte, le "sfinci d'ova" e la pignolata, un composto di farina, uova, latte, miele, cannella e zucchero fritto e servito a pezzettini.

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